È lo stesso Jack Dorsey, CEO di Twitter, ad annunciarlo: “in politica il seguito va meritato, non comprato attraverso le inserzioni”
We’ve made the decision to stop all political advertising on Twitter globally. We believe political message reach should be earned, not bought. Why? A few reasons…🧵
— jack 🌍🌏🌎 (@jack) October 30, 2019
A partire dal prossimo 22 novembre, Twitter non permetterà più ai politici di investire in annunci a pagamento per acquisire attenzione e proseliti. Il comunicato, avvenuto immancabilmente attraverso un tweet da parte del CEO Jack Dorsey, è stato seguito da una serie di cinguettii di approfondimento. Di seguito un sunto del messaggio lanciato da Twitter:
- La politica si deve meritare l’attenzione, non può acquistarla attraverso le inserzioni
- Sponsorizzando determinati messaggi, viene meno la libera scelta del cittadino
- La pubblicità commerciale sul web è potente, quella politica è pericolosa perché può influenzare il voto e la vita di milioni di persone
- Il messaggio politico è spesso corredato da fake news le quali hanno la semplice funzione di orientare i cittadini verso l’uno o l’altro schieramento
- Si rende sempre più necessaria una regolamentazione degli annunci politici a livello mondiale, comune a tutto il mondo del web
L’ultimo tweet a riguardo è forse il più significativo:
“Non si tratta di libertà d’espressione. Si tratta di pagare per raggiungere. E pagare per aumentare la portata del messaggio politico ha conseguenze significative che l’infrastruttura democratica di oggi potrebbe non essere pronta a gestire. Vale la pena fare un passo indietro e affrontare il discorso prima di continuare a dare questa possibilità”.
Anche se il sostegno ai partiti nasce nella notte dei tempi, l’impatto dei social network è di tutt’altra portata. Oggi Facebook, Instagram, Twitter e, ultimo arrivato, TikTok, hanno una capillarità ed una credibilità nei propri fruitori senza precedenti. Coloro che possono permettersi di sfruttarne i principi (pagando per acquisirne spazi, ad esempio) per veicolare un messaggio, hanno la possibilità di spostare le decisioni di milioni di persone, nel bene ma, troppo spesso, anche nel male.
Personalmente, soprattutto alla luce della continua diffusione di fake news, messaggi di odio ed intolleranza a livello mondiale, ritengo che la decisione di Twitter sia davvero apprezzabile. E, in attesa che anche gli altri social media prendano provvedimenti in tal senso (seppur al momento non sembrano orientati verso questa direzione), io mi schiero al fianco di Jack Dorsey.
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